_Imprese attenzione ai venti del cambiamento

di Andrea Savoia e Silvia Fumagalli

Sono diverse le “novità” in tema di lavoro contenute nel Decreto Fiscale e nella bozza di Disegno di Legge di Bilancio che, a seguito dei malcontenti già manifestati, sono in fase di “riesame”.

Dal 26 ottobre 2019 a seguito di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 252, è in vigore il c.d. Decreto Fiscale (Decreto Legge 26.10.2019 n. 124), collegato alla prossima Legge di Bilancio 2020 e presentato alle Camere per la conversione.

Le novità del Decreto Fiscale riguardano gli appalti e subappalti, nonché l’estensione del regime del reverse charge al fine di contrastare l’illecita somministrazione di manodopera.

Per quanto riguarda l’appalto e il subappalto, si prevede che, dal 1° gennaio 2020, in tutti i casi di affidamento di un’opera o di un servizio, il committente versi le ritenute fiscali sulle retribuzioni dei lavoratori direttamente impiegati nell’esecuzione dell’opera o servizio, trattenute dall’appaltatrice o affidataria e dalla subappaltatrice.

Per consentire al committente di effettuare il versamento delle ritenute, sono previsti specifici adempimenti per tutte le parti del rapporto. In sintesi:

  • la committente comunica le coordinate di un proprio specifico conto corrente (bancario o postale) su cui effettuare il versamento da parte dell’appaltatrice o affidataria e alla subappaltatrice;
  • l’importo complessivo delle ritenute deve essere accreditato (dall’appaltatrice o affidataria e subappaltatrice) sul predetto conto corrente, con almeno 5 cinque giorni lavorativi di anticipo rispetto alla scadenza del pagamento;
  • l’appaltatrice o affidataria e la subappaltatrice, a mezzo posta elettronica certificata, deve comunicare alla committente entro il predetto termine: l’elenco nominativo dei dipendenti addetti all’opera e/o servizio, tutti i dati per la compilazione delle deleghe di pagamento e i dati del bonifico effettuato.
  • il committente deve effettuare il versamento senza compensare proprie posizioni creditorie.

La norma individua, quindi, le responsabilità delle appaltatrici, affidatarie e/o subappaltatrici, le ipotesi per le quali è possibile derogare al pagamento delle ritenute da parte del committente, le responsabilità delle committenti, nonché le sanzioni in caso di inadempimento dei versamenti.

Il Decreto Fiscale, inoltre, introduce il reverse charge per i contratti con forte impiego di manodopera, come contratti di appalto, subappalto e affidamento a soggetti consorziati, caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi del committente con utilizzo di beni strumentali dello stesso o a lui riconducibili.

Per tali ipotesi è previsto che l’IVA venga pagata direttamente dal committente.

A seguito dei giudizi negativi espressi dalle associazioni di categoria, tuttavia, si sono già ipotizzate modifiche delle suddette previsioni: applicazione alla sola somministrazione di manodopera e ampliamento dell’ambito delle ipotesi di deroga al versamento da parte del committente.

Previsione non meno criticata rispetto a quella del Decreto Fiscale, è contenuta nella bozza di Disegno di Legge di Bilancio. La principale novità in tema di lavoro è, infatti, la proposta di aumentare il valore tassabile per l’uso promiscuo dell’auto aziendale e degli autoveicoli per trasporto promiscuo (persone e cose), degli autocaravan, dei motocicli e ciclomotori, portando al 100% l’attuale 30% dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri, calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali ACI, al netto di quanto eventualmente trattenuto al dipendente.

Proprio per le opinioni negative espresse da più parti, è già stata prospettata una modifica: la tassazione al 100% sarebbe prevista solo per i mezzi superinquinanti, ridotta al 60% per i veicoli meno inquinanti e mantenuta al 30% per le auto ibride e quelle elettriche.

Occorre ora aspettare e vedere se, nelle loro versioni definitive, il Decreto Fiscale e la Legge di Bilancio soffieranno, o meno, “buone nuove”.